Videogiochi: al bando l’italiano.
La localizzazione in italiano sembra non essere più un buon investimento.
Il doppiaggio è da sempre un’arte di grande rilievo nel Bel Paese. Nato con il cinema e sviluppatosi con esso, oggi trova uno dei suoi filoni più fertili nel videogioco. Molti giocatori infatti chiedono sempre a gran voce una localizzazione in lingua italiana dei loro giochi preferiti, anche a distanza di anni. Secondo l’ex produttore di DICE però gli adattamenti per il Bel Paese sono solo uno spreco di risorse.
In concomitanza con la mancata localizzazione in italiano di Forza Horizon 3, Gordon Van Dyke si è espresso aspramente contro le localizzazioni italiane, dando nuovamente il via ad uno spinoso dibattito della rete. Van Dyke ha pubblicato sul proprio profilo Twitter un chiaro messaggio contro la pratica che prevede la traduzione dei videogiochi in italiano. In esso invita addirittura gli sviluppatori in generale ad abbandonare tale attenzione verso l’Italia. Anche perché – a detta dello sviluppatore – “gli italiani conoscono benissimo l’inglese”.
Van Dyke è attualmente impegnato nello sviluppo del titolo indie Kingdoms. Secondo lui le risorse utilizzate per la localizzazione italiana potrebbero essere indirizzate su altre lingue, come il russo e il portoghese. Tali lingue infatti sono quelle principalmente parlate nei mercati emergenti nel settore dei videogiochi, rispettivamente Russia e Brasile. Ovviamente si tratta di un’argomentazione puramente economica, ma comunque estremamente rilevante.
È innegabile, il mercato italiano per i titoli indipendenti vanta dimensioni risibili. Quindi per un piccolo team non ha davvero alcun senso investire in una lingua che, dati alla mano, non riesce neppure a garantire il ritorno dei soldi spesi. La questione però non riguarda solamente i produttori indie. Per le major l’investimento della localizzazione porta ben più del semplice ritorno economico. Il guadagno d’immagine agli occhi del pubblico è enorme, tanto da creare veri e propri trend fra i giocatori.
Si pensi solo a League of Legends, il videogioco più giocato al mondo. Attualmente è localizzato in ben 15 lingue, disponibili a seconda della regione di gioco. Dal lancio in lingua italiana la community è cresciuta moltissimo. Un prodotto localizzato poi risulta anche più coinvolgente. Un buon doppiaggio e una traduzione completa possono davvero decidere il successo di un videogioco, specie se pensato per il single player. Le serie Uncharted e Batman: Arkham ne sono ottimi esempi, con il loro feeling cinematografico che ha conquistato molti giocatori nostrani.
Quindi? La localizzazione italiana è un pessimo investimento? Assolutamente no, ma certamente non alla portata di tutti.