Gli attacchi di panico sono forme di attacchi d’ansia che colpiscono all’improvviso. Si stima che circa il 30 % della popolazione ne abbia sofferto almeno una volta nella vita. Come si riconosce un attacco di panico rispetto ad una più lieve condizione d’ansia? Come si può intervenire in caso questo episodio si manifestasse all’improvviso?
Riconoscere un attacco di panico
Nella mitologia greca si narrava che il Dio Pan si mostrasse all’improvviso a degli ignari passanti e che provocasse grande stupore e paura in chi lo incontrava. Da questa leggenda nasce il termine “panico”. In particolare, si parla infatti di attacchi di panico come di episodi del tutto improvvisi, che si manifestano in un individuo senza nessun tipo di preavviso. Soprattutto la prima volta che una persona ha un attacco, si sente del tutto spaesata e impaurita. Le sensazioni di terrore sono amplificate e l’individuo si sente in pericolo imminente, in alcuni casi arriva ad essere convinto di essere in pericolo di vita. La sensazione più comune è quella della perdita del controllo sulla propria mente e sul proprio corpo. Si rimane del tutto inermi nei confronti di quello che ci sta capitando.
Spesso gli attacchi di panico hanno però durata molto breve. Arrivano in genere a durare circa venti minuti, raggiungendo il picco d’intensità all’incirca dopo dieci minuti.
Tra gli altri sintomi possiamo individuare anche aumento della sudorazione, tachicardia, sensazione di svenimento, crisi di pianto.
Come intervenire
Quando si verifica per la prima volta un attacco di panico è quasi impossibile sapere cosa fare e gestirlo nel modo corretto. Se il fenomeno dovesse perdurare nel tempo però, grazie all’aiuto di uno psicoterapeuta, si riesce a concentrarsi sul fattore di temporaneità dell’attacco. È fondamentale, infatti per l’individuo, cercare di respirare il più possibile con regolarità, in modo da poter trascorrere il tempo necessario per la scomparsa dell’attacco.
Una volta però individuato l’attacco di panico è possibile intervenire a livello cognitivo sui fattori scatenanti, per far si che non si ripresenti nel tempo. Rivolgersi a un terapista in maniera tempestiva è il percorso migliore da intraprendere.